Gota d’Água, Medea e la situazione politica di oggi

Il dramma musicale brasiliano  che Chico Buarque ha scritto in collaborazione con Paulo Pontes è l’adattamento della tragedia «Medea» di Euripide alla situazione brasiliana del periodo del regime militare, ma i temi che affronta sono ancora attualissimi, sia nella descrizione del comportamento umano, sia nella rappresentazione della situazione sociale. 

La dittatura brasiliana 

Al momento della suo primo spettacolo, nel 1975, il regime brasiliano era nella sua fase più sanguinaria. Quel decennio la dittatura militare, stava entrando in una nuova fase, molto più cruenta, molto più repressiva, con la chiusura del parlamento, in risposta anche alle azioni dei guerriglieri che compivano sequestri di diplomatici stranieri per fare pressione sul governo ed ottenere la liberazione dei prigionieri politici.

Il plot di Gota d’Água

«Gota d’Água» si svolge nella contemporaneità di un sobborgo di una grande città brasiliana. Narra la storia di Joana, una donna che sbarca con difficoltà il lunario e che viene abbandonata dal marito Jasão per la classica donna più giovane e più ricca. Per l’incapacità di sopportare l’abbandono Joana si vendica del tradimento uccidendo i suoi due figli e suicidandosi, e nella scena finale della tragedia i corpi sono depositati ai piedi di Jasão nel giorno del suo matrimonio con la donna più giovane.

Eirini Lavrentiadou's performance at the Azul film festival, Montemurlo (Prato)

Analisi del testo per il Festival

Da quando mi è stato dato il testo del monologo per poi rappresentarlo nell’Arara Azul film festival brasiliano il 15 novembre a Montemurlo, ho provato a rispondere a questa domanda: perché Medea? Ci sono tragedie con significativi politici molto più evidenti. “Antigone” di Sofocle è una delle tragedie più emblematiche in cui la politica è al centro della narrazione. “Le Troiane” di Euripide esplora le conseguenze politiche della guerra di Troia. Ma Buarque ha scelto di ispirarsi a Medea.

In effetti, Euripide non presenta Medea come una semplice figura di “madre crudele”, ma come un personaggio che incarna la distruzione che può scaturire dal conflitto tra le emozioni più umane e le rigide aspettative sociali e morali. Questo dà la possibilità di dare tanti significati al gesto: umano, sociale, politico, etc.

L’istinto materno e la dittatura 

Nel caso di Gota d’Água la prima riflessione è pensare a una madre che decide di uccidere i suoi figli e se stessa  per liberarli o salvarli dall’ambiente in cui si trovano. Come in natura, una madre può uccidere i suoi piccoli quando le risorse alimentari sono scarse, quando si trova in difficoltà a nutrirli. Cosi, dall’irrazionalità della sua passione quello che viene fuori alla fine è l’istinto naturale di salvare i figli dal pericolo  rappresentato dallo Stato di quell’epoca.

Lo Stato Medea

La situazione politica universale di questo momento e le elezioni amaricane mi hanno poi suggerito un’altra risposta: se Medea non rappresentasse una donna in carne e ossa ma lo Stato brasiliano di quell’epoca?

La dittatura militare brasiliana fu il risultato di una combinazione di fattori interni ed esterni. La Guerra Fredda e il timore del comunismo, l’instabilità politica ed economica, il crescente supporto per i movimenti di sinistra, la polarizzazione sociale e la preoccupazione delle élite per la possibile ascesa di un governo di sinistra più radicale contribuirono alla creazione di un ambiente favorevole al colpo di Stato. Una volta al potere, i militari giustificarono la loro presa del potere come necessaria per garantire la “sicurezza nazionale” e per difendere il Paese dalla minaccia comunista, ma il loro regime si caratterizzò per una repressione brutale dei diritti umani e delle libertà civili. Come nel caso della tragedia dove la protagonista, avendo paura, uccide i suoi figli. Se diamo questa lettura, non sono più figli, ma strumenti attraverso i quali Medea vuole dare forma alla sua vendetta, come se non ci fosse più posto per la maternità, il benessere dei cittadini, accanto alla rabbia devastante che consuma la società. Nella stessa maniera lo stato brasiliano sacrifica il suo popolo al terrore quotidiano, dove l’amore e l’odio si mescolano in maniera devastante. Il gesto estremo non è solo un atto di vendetta, ma può rappresentare un segno della totale perdita di controllo da parte del regime brasiliano, un tentativo di mantenere il potere in una situazione in cui i brasiliani si sentivano impotenti e traditi. Come nel caso di Medea che si trovava  in una situazione in cui si è sentita impotente e tradita.

Tornando all’attualità

Nella situazione attuale possiamo osservare una dinamica che si ripete: uno stato spaventato che, in preda all’insicurezza, sceglie la strada dell’estremismo. Questo approccio, tuttavia, finisce per sacrificare i diritti fondamentali del suo popolo, come l’accesso all’aborto e la tutela dei diritti civili.


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